Monte Mammicomito

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Monte Mammicomito
Monte Mammicomito (15 agosto 2020)
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Calabria
Provincia  Reggio Calabria
Altezza1 047 m s.l.m.
CatenaSerre calabresi
Coordinate38°27′34.56″N 16°25′25.32″E / 38.4596°N 16.4237°E38.4596; 16.4237
Altri nomi e significatiCastagnara, Petra Monaca
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Mammicomito
Monte Mammicomito
Monte Mammicomito visto da Pietra frazione di Placanica (10 agosto 2017)

Il monte Mammicomito (1.047 m s.l.m.) (/,mammi'komito/, Mammicomitu o Castagnara in dialetto calabrese, talvolta è anche chiamato Petra Monaca) è una montagna situata alle pendici delle Serre calabresi, e separata da una stretta valle, che ospita l'abitato di Pazzano, dal suo gemello Consolino che digradando ospita le cittadine di Bivongi, Pazzano e Stilo. La sua cima ricade nel territorio comunale di Placanica.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'origine della parola Mammicomito è di difficile interpretazione. Forse significa mancanza di foraggio: nel dialetto locale difatti il monte è indicato col toponimo Castagnara per la grande presenza di castagni piantati.

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

La montagna è costituita da un massiccio calcareo[1] di rocce metamorfiche e carbonatiche di età paleozoica tra cui filladi e mesozoica[1].

Nel 1980 il ricercatore francese Afchain scopre delle rocce plioceniche sul monte testimonianza di una zona marina nel periodo del pliocene come descritto nell'articolo: Découverte d'exceptionnels témoins d'un rivage marin pliocène à plus de 600 m d'altitude en Calabre méridionale di Mediterraneé dello stesso anno[2][3].

Fiumare[modifica | modifica wikitesto]

Al complesso montuoso del monte Mammicomito fanno parte le fiumare: Allaro, Precariti e Amusa.

Presenza antropica[modifica | modifica wikitesto]

In un documento del 1684 viene menzionato al governatore delle ferriere di Stilo Tiberio Vigliarolo un altro intervento di manutenzione straordinaria nelle miniere del Monte Mammicomito ad opera dei "grottari" del casale di Pazzano Domenico Pisani, Nicola Taverniti e Domenico Franco al costo di 300 ducati[4].

Il 5 luglio 1920 nasce a Genova la Società Anonima Miniere di Pazzano con a.d. Adolfo Senigallia e Giulio Fiorello e vennero riaperte a Pazzano numerose miniere tra cui alcune per l'estrazione di pirite e argento: sul monte Mammicomito la miniera Trieste e la galleria di ricerca e sfruttamento (nell'area Sud-Ovest nella frazione di Pietra)[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Studi calabresi, pp. 227-232, 2008.
  2. ^ (FR) Découverte d'exceptionnels témoins d'un rivage marin pliocène à plus de 600 m d'altitude en Calabre méridionale (PDF) [collegamento interrotto], su persee.fr, 1980, pp. 77-78. URL consultato il 4 maggio 2017.
  3. ^ Calabria. Spiaggia fossile a Pazzano, in telemia.it, 2 maggio 2017. URL consultato il 4 maggio 2017.
  4. ^ Panarello, Fulco 2015, pp. 130.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Bevilacqua, Il parco delle Serre, Rubbettino Editore, 2002
  • (IT) Francesco Antonino Cuteri, Nuovi documenti sull'area mineraria di Pazzano (RC), in Studi calabresi, n. 3-4, GIoiosa Jonica, Edizioni Corab, 2008, pp. 223-242.
  • Mario Panarello e Alfredo Fulco, Dalla natura all'artificio. Villa Caristo. Dai Lamberti ai Clemente, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2015, ISBN 978-88-498-4315-6.

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